Emirates e Dubai: info sulla compagnia e sull’aeroporto
Se la Dubai di oggi è una città fra le più importanti al mondo, una città dalle mille risorse, una location da favola, lo deve a diversi fattori, fra cui – indubbiamente – l’apporto che la compagnia aerea Emirates ha dato alla interconnessione di una quasi anonima città desertica con il resto del mondo.
Giusto per dare un quadro di riferimento, nel 2014 l’aeroporto di Dubai ha superato l’aeroporto di Heathrow (Londra) per numero di passeggeri (oltre 70 milioni all’anno), attestandosi come il più grande al mondo (dati NY Times), mentre fino a pochi anni prima (nel 2006) non figurava nemmeno fra i primi 30 al mondo (dati Forbes).
Improvvisamente, Dubai è sbocciata: a differenza di metropoli mondiali emerse decenni prima (pensiamo a New York o Londra) che hanno fatto delle tradizionali vie di comunicazione un punto di collegamento con il mondo (l’oceano, i fiumi, le ferrovie,…), Dubai è riuscita imporsi come città di spicco a livello mondiale, nonostante la sua posizione non proprio accessibile.
Solo l’aereo poteva darle lo slancio necessario e, infatti, il decollo di Dubai è strettamente collegato con gli investimenti di Emirates nei collegamenti aerei della città con tutto il mondo.
In questo modo, Dubai è riuscita a sfruttare la nuova situazione geopolitica mondiale e la sua posizione al centro della Via della Seta del III millennio: Dubai è, infatti, a metà strada fra l’Oriente e l’Occidente.
A comprendere in anticipo sui tempi cosa avrebbe potuto rappresentare Dubai, punto di incontro dell’est e dell’ovest del mondo, è stato il primo ministro Sheikh Mohammed che ha investito molto nell’evoluzione dell’aeroporto di Dubai: sin dagli anni Ottanta, ha promosso la creazione di una nuova società di aviazione, la Emirates, di cui ha affidato la gestione a Maurice Flanagan.
Veterano della British Airways, Flanagan ha legato per sempre il suo nome alla Emirates: infatti, Maurice Flanagan ha diretto l’Emirates fino al 2003, rimanendo attivo nella società fino al 2013, anno del suo definitivo abbandono degli impegni professionali. È morto nel maggio 2015 all’età di 86 anni.
Già negli anni Ottanta, Flanagan vantava una ricca esperienza professionale a livello mondiale per la British Overseas Airways Corporation (BOAC) e ciò gli permise di prendere con successo dapprima le redini della Dubai National Air Travel Agency mentre pochi anni dopo, su proposta di Sheikh Mohammed bin Rashid al-Maktoum, la neonata compagnia Emirates (nome che venne preferito a Air Dubai), a cui Sheikh Mohammed aveva dato un capitale iniziale, piuttosto esiguo, di 10 milioni di dollari.
Sicuramente l’esperienza e le intuizioni di Flanagan hanno avuto un ruolo cruciale nella crescita e nello sviluppo di Dubai che, all’arrivo di Flanagan, non era di certo il polo del turismo e del lusso che oggi conosciamo, ma una città dispersa nel deserto.
Una città ai tempi periferica come Dubai richiedeva un forte investimento nel settore dell’aviazione per farsi notare agli occhi del mondo, ma nessuna compagnia internazionale voleva investire in Dubai: Dubai era, ai loro occhi, solo una stazione di servizio dove fare il pieno e ripartire alla volta di nuove mete.
Nella speranza di aumentare la visibilità della città , i cieli sopra Dubai furono dichiarati zona libera per i voli, ma nulla sembrava cambiare il destino di Dubai; a rendere ancora più difficile e delicato il quadro fu l’incidente diplomatico, avvenuto nel 1984, fra Gulf Air (ai tempi la più importante compagnia che faceva scalo a Dubai) e la Pakistan International Airlines: Gulf Air voleva incrementare i suoi voli in Pakistan, ma la compagnia di bandiera pachistana rifiutò l’accordo.
Gulf Air voleva impedire, per ripicca, i voli dal Pakistan a Dubai, ma Sheikh Mohammed non rinunciò all’open sky policy della città e, quindi, Gulf Air ridusse i suoi voli per Dubai da 84 a 39, a settimana.
Questa, insomma, fu la goccia che fece traboccare il vaso: Dubai capì che poteva fare affidamento solo sulle proprie forze per uscire dall’isolamento e Sheikh Mohammed affidò a Flanagan la realizzazione di una compagnia aerea che, passo dopo passo, portasse Dubai ai livelli che oggi conosciamo.
Il primo volo dell’Emirates fu con un Airbus A300, preso in prestito dalla Pakistan International Airlines, e partì da Karachi, in Pakistan, il 25 ottobre 1985.
Da allora, grazie all’Emirates, Dubai ne ha fatta di strada e se oggi vanta il sorpasso perfino su Heathrow, lo deve anche ai numeri di Emirates: Emirates oggi può contare su un parco aerei di più di 230 velivoli e più di 84.000 dipendenti.
Tuttavia, i più grandi successi raggiunti sono stati la netta vittoria sui principali concorrenti, come Qatar Airways ed Etihad Airlines, e il lancio nel mondo delle stelle di Dubai.
Emirates all’aeroporto di Dubai
La compagnia di bandiera di Dubai ha in esclusiva l’utilizzo del nuovissimo terminal 3: da qui partono e arrivano tutti i voli, inclusi i voli dalle città italiane.
Nel 2012 all’interno del Terminal 3 ha aperto il nuovissimo Concourse A, dedicato interamente agli Airbus A380, di cui Emirates ha la più grande flotta al mondo.
I passeggeri di First Class e Business Class possono accedere a bordo direttamente dalle lounges a loro dedicate. Il terminal inoltre dispone di un duty free ancora più grande, una SPA e tante opzioni per mangiare sia che si tratti di uno spuntino veloce, sia che si voglia consumare una raffinata cena.
Ovviamente se fai uno scalo lungo all’aeroporto, non manca un hotel al suo interno, il Dubai International Terminal Hotel.
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